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Venerdì, 27 Gennaio, 2023
Riapertura termini rivalutazione partecipazioni e terreni detenuti da persone fisiche

La Legge di Bilancio 2023 ha previsto la riapertura dei termini per la rivalutazione dei valori di acquisto delle partecipazioni non quotate, qualificate e non, e dei terreni edificabili, lottizzati e con destinazione agricola, posseduti da persone fisiche non in regime di impresa.

 

Tale normativa, a partire dall’originario disposto (Legge 448/2001) ha avuto innumerevoli proroghe e riproposizioni (da ultimo quella scaduta nel 2022).

La normativa permette di affrancare il valore corrente di quote e terreni, mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva sul valore come rideterminato, ai fini dell’abbattimento della plusvalenza conseguita a seguito della loro eventuale cessione a titolo oneroso.

La normativa si applica alle partecipazioni, qualificate e non, ed ai terreni edificabili, lottizzati e con destinazione agricola posseduti da persone fisiche non in regime di impresa, da società semplici e da enti non commerciali alla data dell’1/1/2023.

 

I valore rideterminato deve risultare da perizia giurata entro il termine del 15/11/2023.

Entro il 15/11/2023 dovrà anche essere pagata l’imposta sostitutiva, incrementata rispetto alla precedente versione:

  • 16% per le partecipazioni qualificate;
  • 16% per le partecipazioni non qualificate;
  • 16% per i terreni agricoli, edificabili e lottizzati, i diritti edificatori, e i fabbricati da demolire, in quanto parificati alle aree edificabili.

Il pagamento dell’imposta sostitutiva può anche essere rateizzato, in un massimo di tre anni, con interessi.

 

Chi si avvale dell’affrancamento può scomputare dall’imposta sostitutiva dovuta quella eventualmente già versata in occasione di precedenti procedure di rideterminazione effettuate con riferimento ai medesimi beni o, in alternativa, chiedere il rimborso dell’imposta sostitutiva già pagata. Si segnala ancora che la Risoluzione Agenzia delle Entrate n. 53/E/2015 ha evidenziato che può essere assunto come valore iniziale quello determinato sulla base della perizia giurata anche se asseverata in data successiva alla cessione, attesa l’assenza di limitazioni di legge in proposito, mentre la sentenza della Corte di Cassazione n. 7037/2018 del 21/3/2018 ha stabilito che, se il contribuente opta per la rivalutazione, predisponendo la perizia giurata e adempiendo al pagamento dell’imposta sostitutiva, è legittimato a vendere il bene anche ad un prezzo inferiore a quello periziato (si veda in proposito la ns. Circolare n. 26/18 del 5/4/2018).

 

Si segnala che la normativa in esame, a differenza delle tante versioni che l’hanno preceduta dal 2001, prevede la possibilità di rideterminare anche il costo di quote e diritti negoziati nei mercati regolamentati o nei sistemi multilaterali di negoziazione.