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Giovedì, 21 Dicembre, 2017
Accertamento nei confronti di società estinta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23029 depositata il 3/10/2017, ha chiarito che è illegittimo l’accertamento emesso per trasparenza sui soci derivante da un provvedimento nei confronti di una società estinta, in quanto si tratta di un atto avverso il quale è improponibile ogni impugnazione e pertanto non possono derivare effetti dalla sua definitività.

Il contenzioso ha riguardato un accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una S.n.c. già cancellata dal Registro delle Imprese e dei relativi soci, questi ultimi per l’imputazione per trasparenza del maggior reddito accertato.

Sia nel primo che nel secondo grado di giudizio, ai soci ricorrenti veniva dato torto, in quanto si affermava che poiché l’accertamento della società non era stato impugnato, era divenuto definitivo e pertanto esplicava i suoi effetti anche in capo ai soci.

Al contrario la Corte di Cassazione ha innanzitutto ricordato che con riferimento agli enti collettivi (società di capitali, società di persone, associazioni non riconosciute), e a atti come gli avvisi di accertamento e le cartelle di pagamento, la cancellazione dal Registro delle Imprese prima della notifica del provvedimento e dell’instaurazione del giudizio di primo grado, determina il difetto della capacità processuale, con la conseguenza che, trattandosi di un provvedimento emesso nei confronti di un soggetto già estinto la cui impugnazione è improponibile, non possono intervenire valutazioni sulla sorte dell’atto, la cui definitività non può esplicare alcun effetto.

La Corte ha anche precisato che l’estinzione della società non determina anche l’estinzione dei debiti insoddisfatti, dato che i rapporti facenti capo all’ente si trasferiscono ai soci, che possono essere chiamati a rispondere dei debiti sociali secondo le ordinarie regole di legittimazione attiva e passiva, nei limiti di quanto riscosso in sede di liquidazione ovvero illimitatamente, a seconda del regime giuridico della società. In conclusione la Corte di Cassazione ha precisato che non esiste un vincolo tra l’accertamento della società estinta e quello dei soci, poiché questi ultimi sono tenuti a rispondere solo secondo le ordinarie regole e quindi, attraverso un atto a loro notificato, in cui le pretese dell’erario vengano precisate e motivate.