Il “Decreto Crescita”, approvato dal Governo nel corso del Consiglio dei Ministri del 4 aprile 2019, prevede per i contribuenti in regime forfetario l’obbligo di applicare la ritenuta alla fonte sui redditi di lavoro subordinato e sui redditi assimilati che corrispondono ai propri dipendenti e collaboratori.
La Legge 190/2014, istitutiva del regime, disponeva che i contribuenti in regime forfetario non fossero tenuti ad operare la ritenuta alla fonte sui redditi di lavoro subordinato e sui redditi assimilati, essendo unicamente tenuti ad indicare, nella dichiarazione dei redditi, il codice fiscale del percettore dei redditi per i quali, all’atto del pagamento, non fosse stata operata la ritenuta, e l’ammontare dei redditi stessi.
Il “Decreto Crescita” modifica tale normativa, prevedendo espressamente l’obbligo della ritenuta sui redditi di lavoro dipendente e sui redditi assimilati a lavoro dipendente.
Si segnala che, tra le rilevanti modifiche introdotte per il regime forfetario a partire dall’anno 2019, vi è stata anche l’eliminazione della soglia di 5mila euro riferita alle spese sostenute per l’impiego di lavoratori, al di sopra della quale l’accesso al regime era precluso, dato che dal 2019 il contribuente in regime forfetario può erogare compensi di lavoro dipendente senza limiti di importo.
La norma in esame ha efficacia retroattiva e decorre dal 1° gennaio 2019; dunque il datore di lavoro dovrà trattenere le ritenute sulle retribuzioni già corrisposte nei primi tre mesi dell’anno 2019.